Coronavirus – Prepariamo le scarpe per il futuro!

Nei primi giorni di libertà, dopo l’internamento nel lager, Primo Levi incontra un greco. Un uomo sulla quarantina, alto, che non presenta nulla di notevole salvo le scarpe: di cuoio, quasi nuove, una rarità per quei tempi. Si incamminano insieme nel lungo viaggio di ritorno a casa. Ma dopo soli venti minuti di cammino, le scarpe di Levi si sfaldano.

Luigi Nacci
20 marzo 2020

– Quanti anni hai? chiede il greco.

– Venticinque, risponde Levi.

– Qual è il tuo mestiere?

– Sono chimico.

– Allora sei uno sciocco, gli dice tranquillamente. Chi non ha scarpe è uno sciocco.

– Avevo la febbre, stavo all’infermeria, il magazzino delle scarpe era lontano, era proibito avvicinarsi, e poi non avevo diritto di pensare che i russi avrebbero provveduto?

– Parole, risponde il greco. Parole tutti sanno dirne. Io avevo la febbre a quaranta, e non capivo se era giorno o notte: ma una cosa capivo, che mi occorrevano scarpe e altro; allora mi sono alzato, e sono andato fino al magazzino per studiare la situazione. E c’era un russo col mitra davanti alla porta: ma io volevo le scarpe, e ho girato dietro, ho sfondato una finestrella e sono entrato. Così ho avuto le scarpe, e anche il sacco e tutto quello che sta nel sacco; la tua stupidità, è non tenere conto della realtà delle cose.

Questa mattina mi sono svegliato con questo pensiero: sto preparando le scarpe che mi serviranno quando tutto questo sarà finito? O sto aspettando che qualcuno le prepari per me? Ci sarà da fare un viaggio difficile.

Così da oggi penserò alle scarpe, ricordandomi che non sono internato in un lager, che insomma sono uno fortunato. Pensare a questo mi dà speranza. Sebbene sia uno sciocco, so che senza speranza nessun viaggio futuro è possibile.